Sardegna. Sulle tracce dell’oro nero.
Hai mai sentito parlare dell’oro nero?
Di certo al sentire la parola oro uno immagina fin da subito l’oro giallo utilizzato da sempre come moneta di scambio o come simbolo per sancire un’unione o un’accordo.
L’oro che siamo soliti utilizzare per la realizzazione di gioielli che da sempre impreziosiscono e mettono in risalto l’eleganza femminile.
In epoca nuragica invece la pietra considerata preziosa era l’Ossidiana.
Cos’è l’oro nero.
L’ossidiana è un vetro di origine vulcanica formatosi dal raffreddamento della lava.
E’ chiamato oro nero per il suo colore particolarmente scuro e perché pietra essenziale per la realizzazione di utensili da caccia fondamentali per il sostentamento.
Il suo colore alterna tonalità di grigio, marrone e bianco in base ai riflessi solari.
Dove si trova
La culla dell’oro nero è il Monte Arci, ex vulcano ormai non più attivo. Ci troviamo nell’entroterra del Golfo di Oristano lungo il versante centro-occidentale dell’isola.
I siti di maggiore estrazione sono accanto al paese di Pau, un piccolo borgo di 300 abitanti.
Pau, dal latino Pagus “villaggio” si presenta come un territorio molto fertile e ricco di corsi d’acqua in cui si coltivano cereali, legumi, frutteti e vigneti; l’ideale per vivere.
Non a caso quest’area è stata da sempre abitata. Troviamo infatti tre nuraghi che confermano la presenza umana già in epoca nuragica e diversi reperti di epoca romana quali vasi e monete che testimoniano la permanenza dell’uomo in quell’area.
Perché l’oro nero fu importante nel passato
L’ossidiana rispetto alla più comune e utilizzata selce, di difficile reperibilità, si rivelò un minerale naturale sì più fragile ma perfetto per usi specializzati in quanto decisamente più tagliente.
Ciò rese l’oro nero importante merce di scambio nel mediterraneo utile alla realizzazione di punte di frecce e lame di coltelli.
La Sardegna e il monte Arci con i suoi ricchi giacimenti furono un polo strategico negli scambi commerciali del Mediterraneo insieme alle isole di Lipari, Pantelleria e Palmarola.
Il suo utilizzo nel tempo
L’oro nero ha viaggiato nel tempo passando dall’inferno alla pace, prima utilizzato per la costruzione di armi necessarie alla caccia e in seguito trasformato in gioielli che adornano i copricapi e gli abiti delle donne risaltandone la femminilità.
Tra i gioielli Su Coccu è il più diffuso. Secondo un’antica tradizione veniva realizzato per scacciare il malocchio e ancora oggi viene dato in dono come portafortuna.
Nella tradizione sarda questa pietra nera rappresenta il dono della protezione materna, non a caso spesso viene donato come monile da apporre nelle culle dei neonati in quanto capace di allontanare gli occhi invidiosi e vegliare così su di loro.
Perché sia efficace però dev’essere sempre donato.
Questo amuleto nero incastonato in una spilla di argento, in un bracciale o in una collana impreziosisce da sempre l’abito tradizionale.
L’ossidiana viene utilizzata ancora oggi per la realizzazione di gioielli di vario tipo quali bracciali, orecchini e ciondoli. A noi piacciono tantissimo quelli realizzati da RROrafi.
L’uso dell’ossidiana in cristalloterapia.
L’ossidiana nera è anche detta la pietra del guerriero, pare abbia il dono innato di donare nuovi spunti e spingere la persona al coraggio.
Muove le energie stagnanti e aiuta a superare shock, paure dando l’energia necessaria per superarle.
La paura di cambiare è un sentimento che almeno una volta nella vita tutti proviamo.
Cambiare è complicato e spesso genera sofferenza perché non sappiamo dove ci porterà il cambiamento, ma a volte cambiare è necessario.
L’ossidiana aiuta a superare questa paura, dà quella scossa che smuove le acque stagnanti e i pensieri negativi e offre la capacità di trovare un sentiero chiaro verso un nuovo star bene.
Gli vengono riconosciute anche proprietà terapeutiche tra cui stimolare la circolazione periferica di chi ha mani e piedi freddi, alleviare le infiammazioni causate da virus e batteri nel basso addome armonizzando le funzioni intestinali.
E’ una pietra dai mille usi e poteri e probabilmente lo sapevano bene i nostri avi che compresero fin dal principio la sua preziosità. Chi volesse approfondire può farlo al seguente link.
Sei curioso di scovare tu stesso l’ossidiana?
Trascorri una giornata sul Monte Arci e scopri tutti i segreti nascosti dell’oro nero di Sardegna.